L’occupazione nell’ESS

Pochi sono gli studi che si interessano al contributo apportato all’occupazione dall’economia sociale e solidale. Nonostante le si riconosca un certo dinamismo nella creazione di posti di lavoro e una relativa indipendenza dalle congiunture, parlare in modo generale di occupazione nell’economia sociale e solidale presenta qualche difficoltà dovuta alla varietà delle attività e alle caratteristiche peculiari dei settori di cui si compone. Per quanto riguarda la qualità dell’impiego, per esempio, le mutue, le associazioni, le cooperative, le fondazioni adottano comportamenti diversi e addirittura opposti. A seconda delle dimensioni dell’impresa o del servizio, dell’attività svolta e dei mestieri, si hanno condotte diverse anche per quanto riguarda le competenze richieste, la remunerazione o la stabilità del posto di lavoro.

Le associazioni svolgono un ruolo importante di inserimento socioprofessionale e permettono l’accesso al mercato del lavoro ad un pubblico fragile o considerato prioritario dai poteri pubblici. Ma quali sono le condizioni di lavoro? I posti di lavoro creati sono stabili?Esiste una politica di formazione e di sviluppo delle competenze? Qual’è la dipendenza dalle politiche pubbliche soprattutto per quanto riguarda i finanziamenti? Quanti contratti sono a tempo parziale? Quanti contratti derivano da una sovvenzione pubblica ?

Ciononostante l’impiego nell’economia sociale e solidale possiede una caratteristica propria: le persone che vi lavorano si impegnano in un’attività che possiede un senso, perché corrisponde a dei valori e spesso crea la possibilità di un legame forte con gli utenti di beni e servizi. Inoltre il governo democratico delle strutture coinvolge i lavoratori nelle decisioni e permette la comparsa di innovazioni direttamente connesse a quei bisogni sociali ai quali la struttura vuole rispondere.