L’altra Africa. Tra dono e mercato

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Serge Latouche, Bollati Boringhieri Editore, Torino, 2000

La parte dell’Africa subsahariana nella produzione mondiale rappresenta meno del 2 per cento: come dire che sul piano della economia ufficiale questa Africa non esiste più…se è mai esistita. Il libro si apre con questa constatazione di un fallimento che è anche il fallimento della economia moderna nel continente nero, del progetto dello sviluppo e del tentativo d’importare il modello dello Stato-nazione. Ma, appunto, quel che è naufragato in Africa è solo un progetto occidentale, certo condiviso da « élites » locali che ormai hanno avuto tutto il tempo di fare le loro prove, ma rimasto sostanzialmente estraneo a quelle società. Ed ecco la scoperta già annunciata dall’autore nelle sue opere precedenti: esiste un’ « altra » Africa che non è quella della razionalità economica; un’Africa ben viva anche se non in buona salute, in cui, se il mercato è presente, non è onnipresente; dove non si può parlare di società di mercato ma nemmeno di tradizione comunitaria; un’Africa di « bricolage » in tutti i campi e a tutti livelli, dove lo scambio sotto forma di dono coesiste con gli effetti della mondializzazione. Latouche sottolinea che questo, più che un progetto, è il risultato di una sconfitta subita nella guerra economica mondiale, sconfitta dalla quale, facendo di necessità virtù, emerge la « società informale », vera e propria « alternativa » storica allo sviluppo. I sei capitoli del libro disegnano un duplice percorso in cui la prospettiva africana - frutto di ricerche sul campo in Mauritania, Camerun, Senegal - chiarisce il discorso teorico e viceversa.