L’economia sociale e solidale come economia della società

Michela Passalacqua, dicembre 2016

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Compendio :

L’economia sociale e solidale (ESS) diventa sociale perché capace di esprimere, in positivo, il divenire delle relazioni tra gli individui, i quali concludono transazioni governate dal paradigma della reciprocità, nel senso che un soggetto agisce a favore di un altro non per la pretesa di una ricompensa ma per l’aspettativa che anche un altro soggetto in futuro agisca a suo favore, direttamente, o indirettamente; questo sembra poter accadere spontaneamente quando le persone agiscono a favore dello stesso interesse generale – recte: il “Comune” –. È un’economia della società, nel senso che si fonda sulle relazioni sociali tenute insieme dai doveri di solidarietà: è come se gli individui (soggetti) legati da un interesse generale (oggetto) riuscissero a riemergere in una dimensione anche soggettivamente pubblicistica, capace di andare oltre i diritti e gli interessi dei singoli (se ne veda la definizione nel Dizionario dell’altra economia a cura di J.L. Laville e A.D. Cattani). Questo processo di consolidamento della società civile in un polo sostanzialmente pubblicistico intende condurre al cambiamento sociale attraverso l’innovazione delle pratiche con cui si realizza la socialità. Si respinge dunque l’idea di voler affrontare la nuova “questione sociale” attraverso strumenti rimediali, cioè meramente riparatori.

L’ESS, pertanto, non si presta ad essere ridotta al c.d. terzo settore, né tantomeno può essere definita in chiave unicamente soggettiva, cioè limitandosi a ricavarne i confini dagli statuti dei soggetti, quali associazioni fondazioni o cooperative che almeno formalmente non operano per fini di lucro, sebbene spesso nella realtà sembrino essersi ben adattati agli schemi d’azione tipici degli attori dell’economia di mercato.

In definitiva, l’ESS funziona in modo tale da risultare perfetta per la realizzazione dell’interesse generale, ovvero del “Comune”.

Fonti :

www.labsus.org