Democratizzare l’economia

Le finalità economiche e sociali dell’economia sociale e solidale (creazione di nuovi mercati risposta a nuovi bisogni sociali, creazione di posti di lavoro, inclusione sociale, rafforzamento del capitale sociale) mettono talvolta in secondo piano il suo progetto politico di democratizzazione dell’economia. Alcuni autori come Jean-Louis Laville (1999) definiscono l’Economia Sociale e Solidale (ESS) come «l’insieme delle attività che contribuiscono alla democratizzazione dell’economia a partire dall’impegno civile».

Essa può manifestarsi in varie modalità:

in modo più immediato, attraverso gli aspetti statutari delle società mutue, cooperative, associazioni ecc. che la compongono e che rimandano a una governance democratica delle iniziative;

attraverso la decisione collettiva tra attori sociali (collettività locali ma anche professionisti, disoccupati, donne, giovani, investitori ecc.) su tutta una serie di variabili economiche (definizione dei bisogni sociali da soddisfare, organizzazione della produzione, il «prezzo equo» nel fair trade o nei sistemi di moneta comunitaria, criteri solidali di produzione, commercializzazione, consumo, investimento ecc.).

Al di là di tali aspetti maggiormente associati a una forma di gestione, si può parlare di un progetto politico di trasformazione sociale:

il dibattito, avviato dalle reti di ESS, sulla nozione di ricchezza, sul ruolo della moneta, sulla globalizzazione predatoria, sulla concorrenza come motore dell’economia, sulla distruzione dell’ambiente ecc.

attraverso l’adesione ai principi di redistribuzione e reciprocità, ai margini dello stato e del mercato;

la questione dell’istituzionalizzazione dell’ESS suggerisce che, oltre alle regolamentazioni stabilite dal mercato e dallo stato, esisterebbero sempre delle modalità di regolazione democratica e civile delle attività economiche;

infine, attraverso l’iscrizione nello spazio economico di nuove forme di cittadinanza e di impegno civile, articolando così un nuovo spazio pubblico di prossimità tra il politico e l’economico.

Far riconoscere pienamente che i principi democratici possono considerarsi come un modo di gestione, mediazione e regolazione economica nella produzione e consumo di beni e servizi, allo stesso titolo del mercato e dello stato, è una delle sfide maggiori dell’economia plurale (Fraisse, 2004).

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