Reti alimentari alternative locali

Lo sviluppo di reti alimentari alternative locali costituisce una reazione all’industrializzazione e al produttivismo dei sistemi agroalimentari globalizzati. Queste reti di produzione e distribuzione alimentare si distinguono dagli schemi dominanti attraverso dei circuiti corti di commercializzazione, limitando a uno o zero il numero di intermediari tra il contadino e il consumatore. Sono fondate su relazioni solitamente associate a particolari localizzazioni geografiche e a contesti etici che cercano di trattare tutta una serie di questioni come il trasporto delle derrate alimentari e l’utilizzo di prodotti agrochimici, la salute umana e il benessere animale, le pratiche (non-)etiche (a livello locale e globale) e lo sfruttamento della forza lavoro. Esse tengono conto dei tre aspetti fondamentali della durabilità: ambientale, economica e sociale. La nozione centrale di legame umano ricreato tra produttori, consumatori e alimentazione rappresenta la caratteristica principale che distingue tali relazioni da quelle tessute nel settore tradizionale.

Spesso tali iniziative sono molto variegate: alcune esaltano il contatto umano diretto e militante insieme all’impegno a difesa dell’agricoltura contadina; altre propongono soluzioni à la carte di consegna di panieri bio a domicilio. Quel che le accomuna è la volontà dei loro operatori di contestare la logica di commercializzazione e banalizzazione dell’alimentazione. Di fronte a ciò, i sistemi alimentari alternativi locali tentano di instillare fiducia tra produttori e consumatori, partecipando al contempo all’apparizione di nuove forme di partecipazione politica.

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